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Published: 2005-03-27 22:44:28 +0000 UTC; Views: 498; Favourites: 2; Downloads: 28
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Description
E’ buffa la stazione. Ecco, buffa è l’aggettivo giusto. Grande severa e fascista fino al midollo in un borgo di intellettuali radicalchic, il regno dell’Unpolitically correct tra la tolleranza sbandierata dei cartelloni elettorali. Sorrido a un barbone tutto rughe simpatiche e gli regalo le mie Gauloises, il mio meraviglioso bic, qualche moneta. Brr brr, mi vibra la tasca: Sara mi aspetta al solito posto. Caracollo. Hop, le scalette. Hop, CIAO SANTA MARIA NOVELLA! Hop hop hop, far rotolare il trolley sul marciapiede dissestato. Non schiacciare il cane del punkabbestia davanti al PostaMat. Sorridere e via, in uno dei mille pezzi di ferraglia parcheggiati vedo una coccinella rossa appesa a uno specchietto e una donna bellissima. Succosa e raffinata. Mi apre e mi sorride mentre sistemo le mie cose, annuso il profumo dei suoi capelliE’ mia sorella – condividiamo solo la voce, le mani da ragno, una vaga goffaggine decisamente non alla moda e diversi maglioni che su di lei sembrano un’opera di Dio e su di me un saccodamonnezza con la chiusura brevettata. Oh, mamma. Crudele sei stata. Cattiva.
- Hai fumato.
- Hrmm, no.
- Bugiarda.
- Questo sì.
- Ti si è abbassata la voce da morIIIre e puzzi come una capra, ci godi a devastarti?
Più che altro è la crociata antifumo che non mi manda in sollucchero.
- …Bentornata a casa Carmen, come stai? Benissimo, grazie, un bellissimo viaggio, solo tre quarti d’ora di ritardo, l’Intercity fa progressi…
- Eeh, sì. Guarda che ti incerotto di Nicorette con le mie mani, così impari.
- Come va la tesi?
- Cambi discorso che è meglio eh?
- Esatto.
Parliamo del suo progetto, della sua facoltà, della mia facoltà, del mio lavoro, di papà che deve andare in pensionemanonpuò e dell’angoscia. La smania di finire, di levarsi dalle palle appelli e revisioni e tecnigrafi. Ascolto e capisco, quando mangiavamo il gelato solo una volta a settimana e non c’era il mare d’estate io stavo sul seggiolone con la mia tutina bianca e rossa, tutta bianca e rossa e nera, mi succhiavo un piede e stavo a sentire senza compicciarci più di tanto.
Non sono cambiata, in effetti.
Passiamo davanti al carcere di Sollicciano, c’è una guardia in torretta. Facciamo passare un signore con il suo cane, hanno messo su un dosso per far attraversare i pedoni.
- Più che altro sembra serva a stirarli meglio – ride Sara.
Hanno installato un nuovo distributore di benzina con tanto di orrendo logo e orribile similbar, hanno cambiato l’insegna di legno col cuoco della trattoria di via Pisana, quella che era lì da prima che nascessi io, hanno smontato i giochi che mi hanno sbucciato le ginocchia sei milioni di volte nel MIO parco. Nuovi motorini davanti alle solite panchine, i loro proprietari sono più bulli della vecchia cricca di bulli. Mi gira la testa, non dovevo tornare, non dovevo tornare…
Parcheggiare, trascinare la valigia fino all’ascensore, premere il bottone numero tre, aspettare che arrivi il cane a leccarmi la faccia.
La mamma è piccola, soffice di crema per le mani. Mi arriva allo sterno. E’ difficile pensare che vent’anni fa ero un girino nella sua pancia di quarantaduenne MIRACOLATA.
Signora, non faccia la cazzata, già due figli, lei è magra per avere bambini…
E invece l’ha fatta la cazzata.
Papà e la sua giacca che sa di olio da macchine, le sue mani grigie di grasso. Una specie di ingegnere del tessile, quarant’anni di marchette e di straordinari
Per pagare la tessera blu dell’Università Statale di Milano nel mio portafogli.
In bagno è sparita la pila di riviste di cucina. Il sugo è formato convenienza e non siamo più in cinque ad abitare questa casa. Niente più cornetti del fornaio per la colazione. Latte a lunga conservazione UHT. Mamma non ha ancora cambiato il cappotto nero che porta da dieci anni, con quel grosso collo di montone tutto spelacchiato, da piccola lo accarezzavo e dicevo MUU MUU e ridevamo. Papà, e la tua capsula per il canino? Ehi cane puzzone, e la tua brandina nuova quando la compriamo?
Dopo il rito della cenaechiacchiera, mi chiudo nel cesso ècru che ho sempre amato. Mano al portafoglio. Conto gli scontrini, calcolo le cifre.
Penso al peso del non arrivare alla fine del mese, alla mamma a letto per nove mesi, ai debiti per le analisi e il corredino. Al fatto imperdonabile di non averci mai pensato prima.
Una storia sulla rinuncia, signorina, termine di consegna tre giorni.
Ce l’ho. Niente di struggente. Mi verrà normale, mi verrà sconclusionata, mi verrà patetica, mi scusi capo. Scusa mamma, scusa papà. Stasera faccio tardi.
Stasera scrivo, non importa la limonata mà. Vai a letto per favore, vai a letto riposa
Hai fatto il tuo per vent’anni. Hai fatto troppo?
Grazie, penso, e inizio a scrivere.
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Comments: 18
TroppiAculei [2005-08-26 21:51:52 +0000 UTC]
Be' il difetto non l'ho trovato. Forse invecchio. O forse sei bravo (:
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darthefrem In reply to TroppiAculei [2005-08-27 09:42:38 +0000 UTC]
BravA.
Clara, piacere. Io scrivo journals e Efrem fa foto.
Grassie
Cì
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TroppiAculei In reply to darthefrem [2005-08-27 09:57:55 +0000 UTC]
Pardon madame.
In effetti è fatta troppo bene per essere un'immedesimazione.
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darthefrem In reply to TroppiAculei [2005-08-27 10:20:17 +0000 UTC]
Ne t'inquieter pas. Grazie, felice che ti sia piaciuta.
Ma anche tu donna? Whoa. Un'altra che non pensa solo alle cremine. Grido al miracolo.
Cì
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TroppiAculei In reply to darthefrem [2005-08-27 10:29:13 +0000 UTC]
Internet è bello anche perchè gli altri non hanno idea di come sei in faccia.
Certo che mi piacciono le cremine! Soprattutto la maionese e il Lasonil.
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darthefrem In reply to TroppiAculei [2005-08-27 10:34:01 +0000 UTC]
Mah, ti definisci donnina nella tua ID dunque deduco. Deduco male?
Io preferisco la mostarda.
Cì
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TroppiAculei In reply to darthefrem [2005-08-27 10:35:21 +0000 UTC]
Ma certo che sono donnina! Oddio lo ero l'ultima volta che ho controllato...
Aspetta che riguardo.
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ofelia [2005-04-04 07:18:44 +0000 UTC]
mi piace Cla, sei così brava a scrivere però preferisco la prima parte, la seconda mi intristisce, mi fa pensare alla mia situazione alle rinuncie dei miei ma soprattutto alle mie, quelle che conosco solo io.
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darthefrem In reply to ofelia [2005-04-04 10:08:58 +0000 UTC]
Cosa intendi per seconda parte? Perchè l'ho scritto di getto e ahimè secondo la mia stupida opinione non ha nè capo nè coda.
Grazie per l'apprezzamento ma chère Op
baci sul naso
C
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ofelia In reply to darthefrem [2005-04-05 08:47:04 +0000 UTC]
io per prima parte intendevo il tuo arrivo, il dialogo con la sorella e la nostalgia dei tuoi luoghi d'infanzia. per seconda parte intendo da quando metti piede in casa.
baci tessora
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darthefrem In reply to scritturacreativa [2005-04-02 09:45:05 +0000 UTC]
Adesso trovami un difetto.
L'ho scritto in DIECI MINUTI e non l'ho corretto. Aiuto!
E' un racconto che mi mette in imbarazzo. Mi sento molto DeFilippi ad averlo scritto - BRRR
Ah, grazie mille per il tuo lavoro. Scritturacreativa è proprio una gran cosa.
C
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scritturacreativa In reply to darthefrem [2005-04-03 20:35:07 +0000 UTC]
Grazie a te per partecipare a questo caravanserraglio che ho messo in piedi...
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ioreth [2005-03-28 11:07:19 +0000 UTC]
Mi è piaciuto questo modo di trattare il tema della rinuncia. Una storia in cui molti possono riconscersi, a modo loro. Bello il modo di descrivere la città e di descrivere la rinunce quotidiane dei genitori.
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darthefrem In reply to ioreth [2005-04-02 09:43:15 +0000 UTC]
Grazie Detto da uno che la città la conosce, è veramente lusinghiero
arrossisco
C
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